UN RICORDO DI GAETANA

 


La foto che ritrae Gaetana nel 1981 mentre percorre la via Umberto I con la sua padrona ritornando dalla campagna è il simbolo di un mondo agricolo che sta sparendo sotto l'incalzare della meccanizzazione rappresentata dalle macchine ferme ai bordi della strada.
Gaetana ha molto sofferto negli ultimi suoi anni di vita: è vero che godeva dell'amore incondizionato della sua padrona ma i vicini non la potevano proprio sopportare. Dicevano che faceva puzza, che non ne potevano più. Eppure non era una nuova venuta, una trasferita. Aveva sempre abitato nello stesso posto, la sua stalla non si era mai spostata dal quartiere della Trinità al centro di Monforte e nessuno fino ad alcuni anni or sono si era lamentato; e poi la novità: i vicini
sentivano puzza e volevano mandarla via. Le avevano tentate tutte: appelli al sindaco, ricorsi, cause ma fino ad ora non ci erano riusciti: la padrona in tutte le aule aveva validamente sostenuto che era più danneggiata lei a dover sopportare la dannosa puzza delle macchine che i vicini a dover sopportare la puzza della sua Gaetana. Aveva sempre affrontato i giudici con coraggio sostenendo: Lei signor giudice ha la macchina e la mette nel suo garage; ebbene io ho
invece la "scecca" e la ricovero nel mio "catoio". E così Gaetana era diventata molto nota: anche la stampa nazionale si era occupata delle sue vicende.
Ma adesso i vicini quasi ci stavano riuscendo a sfrattarla e così Gaetana, che se lo sentiva, ha preferito lasciarsi morire nella sua stalla che essere mandata via.
Guglielmo Scoglio

 

N. B. L'articolo pubblicato da Centonove è di Franco Pinizzotto